Il corpo e l'anima hanno bisogno di movimento, di euritmia
L'euritmia è un'arte che si esprime nella pedagogia, sul palco come euritmia artistica, nell'istruzione per adulti e come euritmia terapeutica. La parola in sé significa l'armonia e la bellezza del movimento. Tale movimento si orienta sulla nostra lingua in quanto nostro mezzo d'espressione quotidiano e sulla musica.
L'euritmia esprime quel che non si lascia dire dalla lingua o dalla musica da sole. In questo, l'euritmia ritiene che la lingua e la musica siano elementi che in maniera assai concreta formano l'essere umano nel suo sviluppo fisico, animico e spirituale. Quel che in loro è forza creativa diviene forza di movimento, e l'euritmia diventa «linguaggio visibile» e «canto visibile».
A partire dalla rivoluzione industriale tra XVIII e XIX secolo, per noi esseri umani la quotidianità del movimento è radicalmente cambiata. La produzione meccanica ha ridotto le attività fisiche quotidiane, specializzandole. Per limitare tale impoverimento del movimento vennero costruiti i ginnasi, nacquero i club sportivi e anche oggi una variegata offerta sportiva dovrebbe aiutare a mantenere il corpo sano e a curare i danni posturali.
L'euritmia amplia la gamma dei nostri movimenti
Oggi viviamo con i vantaggi e le ombre della rivoluzione digitale. La gamma dei nostri movimenti si è standardizzata ancora di più. A prescindere dalla professione che esercitiamo, la maggior parte di noi passa quotidianamente molte ore davanti ad uno schermo, così che esteriormente quasi non si riesca a vedere la differenza tra l'attività di un agente assicurativo e di un medico curante. Spesso viviamo nella nostra bolla, nella quale svolgiamo azioni codificate che sono diventate per noi abitudinarie. Accanto all'equilibrio fisico, ci mancano sempre di più anche degli impulsi per l'attività interiore. Prendersi cura di tale livello animico si rivela quantomeno ugualmente importante quanto mantenersi fisicamente in forma. Anche una buona conversazione, oppure prendersi del tempo per andare nella natura, un concerto o una mostra possono ristorare la nostra anima; e così anche quando facciamo euritmia.
Il senso di appartenere al cosmo
L'euritmia venne sviluppata da Rudolf Steiner e dalle prime euritmiste a partire dal 1912. L'euritmia come arte del movimento viene insegnata nelle scuole Waldorf, viene praticata come arte scenica, viene introdotta nell'istruzione per adulti ed è una terapia importante nella medicina antroposofica.
All'inizio di un esercizio d'euritmia, o anche all'inizio dell'ora di euritmia, si fa silenzio – un momento di attesa, di apertura, di preparazione. Il silenzio torna anche alla fine dell'esercitazione di euritmia – in modo da far echeggiare quanto vissuto.
In un'ora di euritmia la parola e la musica vengono interpretate dal vivo. Una sillaba, un suono vengono trasposti nel movimento, oppure il movimento si addensa nell'esperienza di un fonema o di un elemento musicale.
Dare una forma artistica a quanto viene percepito attraverso la lingua e la musica è uno stimolo che crea un senso di appartenenza al cosmo e una pienezza animica. Chi partecipa sente sé stesso elevarsi attraverso un movimento comune, un movimento corale. Questo diventa trainante, se ci si abbandona ad esso. Ciò porta ad avere fiducia nei processi e nel movimento in generale.
Il silenzio, l'accordo di suono e movimento, il riguardo verso gli altri esseri umani e la fiducia nella propria facoltà espressiva sono bisogni umani fondamentali. Sentirsi a casa nel corpo fisico, nel fare esperienza di qualcosa e nelle proprie intenzioni: tutto ciò può essere sperimentato direttamente attraverso l'euritmia, giacché essa parte dall'assunto che la nostra lingua, anzi ogni fonema di questa sia abitato da una forza formativa che è immediatamente legata alla sostanza fisica, animica e spirituale di noi esseri umani. L'euritmia aiuta l'uomo a sentirsi una cosa sola con il proprio corpo e allo stesso tempo a sentirsi parte di un corpo più grande, di un nesso spirituale, collegato con la «forza creatrice».
Aurica Arden, co-direttrice ed insegnante all'Eurythmeum CH: «L'Euritmia è per me un'inesauribile sorgente creativa primordiale di ciò che è l'essere umano».
Giulia Risso, insegnante d'euritmia alla scuola Rudolf Steiner di Wetzikon: «quest'arte del movimento unisce il mondo a me e me al mondo – ad ogni livello non visibile all'occhio. Mi solleva al di sopra del tempo e dello spazio».
Dopo più di cent'anni, l'euritmia terapeutica è «riconosciuta statalmente come metodo di medicina complementare e si trova in costante evoluzione» – queste le parole piene d'entusiasmo di Norman Kingeter, euritmista terapeuta alla clinica di Arlesheim.
Tanja Baumgartner, dell'Istituto ArteNova, svolge ricerca su come «l'euritmia agisca su sostanze, piante, animali, esseri umani e sulla nostro vivere insieme».
«L'euritmia offre una possibilità assai efficace di afferrare il nostro corpo con coscienza», dice Sabine Schaer, euritmista terapeuta di San Gallo.
Il suo collega Herbert Langmair (Zurigo) fa l'esperienza «di essere ancorato in me stesso e tuttavia collegato con ciò che è intorno a me, insomma di essere intero».
Stefan Hasler,
Goetheanum, Sezione per le arti della parola e della musica
«Nel movimento euritmico umano si ha come un linguaggio del cosmo davanti a sé, ma tale da agire attraverso l'anima umana nel movimento delle membra»
Rudolf Steiner