FondsGoetheanum: Le api e noi

Diamo alle api tanto quanto riceviamo da loro

Per produrre una libbra di miele sono necessari 50 000 voli di ape. La prateria fiorita trovandosi a una distanza media di un chilometro, ciò significa, contando le andate e venute, un percorso di 100 000 km. Un esempio fra i tanti, che ci mostra quanto le api ci offrono veramente. Senza parlare del loro incommensurabile lavoro di pollinizzazione delle piante tanto indispensabili alla nostra vita.
Uomini e api appartengono gli uni alle altre. La ricerca antroposofica può aiutarci ad approfondire e divulgare le nostre conoscenze sulle api. Essa ci suggerisce il modo con cui ciascuno di noi può contribuire a fortificare la vitalità e la resistenza delle colonie di api.
Tramite il vostro sostegno al FondsGoetheanum, potrete contribuire al proseguimento del lavoro di ricerca antroposofico per una visione globale dei temi abbordati. Sia nel campo delle api, come pure in altri campi.

Vi ringraziamo per il vostro dono, un sostegno per la nostra missione.

Le api e noi

Le api sono in pericolo nel mondo intero.  La loro situazione disperata ci colpisce. Cosa possiamo fare noi per la loro salute, per salvarle? Come possiamo  investirci  per il benessere delle api? In questa edizione scoprirete il retroscena di questo urgente problema e le possibilità di risanarlo.

Quando osserviamo le api e l’essere umano, siamo colpiti dal fatto che tutti e due godono di facoltà straordinarie che li distinguono dai loro parenti biologici:
• Tra tutti gli insetti impollinatori, le api del tipo Apis sono le uniche - considerate come colonie e non prese individualmente - a sviluppare nell’alveare il loro proprio calore corporeo e ad avere una divisione del lavoro altamente differenziata così come un complesso sistema di scambi d’informazioni. Dispongono quindi di un elevato grado di autonomia, unico fra gli insetti.
• In modo simile, tra i Primati, l’uomo è l’unico essere capace di camminare verticalmente, di parlare e di pensare. Anch’egli ha sviluppato un’autonomia senza pari : ha allevato animali domestici e coltivato vegetali, ha creato religioni, arte, scienza, sistemi economici e tecnica.

 

Il mondo delle api affascina i bambini.

Le api e l’uomo possiedono un destino comune

Una colonia di api si compone di migliaia di api e di una regina. La colonia ha una struttura sociale molto evoluta, il cui scopo è il benessere generale. Ogni ape lavora nell’interesse di tutta la colonia. Le api fanno parte integrante del paesaggio dove lavorano per servire e arricchire la natura. Nel contempo, ci offrono i loro prodotti. Se non vegliamo su di esse, tutto ciò che le api offrono all’umanità e alla natura corre un grande rischio.

Fortificare le colonie tramite un’apicoltura rispettosa della natura

Durante gli ultimi cento anni, le api si sono ravvicinate sempre di più all’uomo. Sotto le nostre latitudini non possono più sopravvivere senza l’attenzione e l’aiuto dell’uomo. Siamo obbligati a trovare un miglior modo di trattarle. Come riguardo l’aiuto allo sviluppo, abbiamo la scelta tra due metodi : possiamo portare un aiuto di emergenza, ma ciò rappresenta solamento un trattamento sintomatico a breve termine. In modo più cruciale, possiamo fortificare le colonie tramite un’apicoltura rispettosa della natura, che permetta alle api di poter vivere di nuovo grazie alle proprie forze.
Se accordiamo loro tutta la nostra attenzione e le nostre cure, le api ci ripagheranno tramite una preziosa scelta di medicine naturali. I loro prodotti sono una benedizione per l’uomo. Trascurarle o ignorarle significherebbe rifiutare un prezioso regalo. Oltre ad essere responsabile delle api, l’apicoltore è anche responsabile dell’umanità. Raccogliere, elaborare e utilizzare in quantità ragionevoli i prodotti offerti dalle api (come miele, polline e cera), rispettando i bisogni della colonia – in un certo qual modo nel quadro di “scambi equi” – è un’attività che presenta un interesse capitale.

FondsGoetheanum: Die Bienen und wir
Uomini e api faccia a faccia su un piano egualitario. Pittura rupestre delle grotte del Ragno, in Spagna

Pitture rupestri rappresentano le api e l’uomo sullo stesso piano

Questa stretta relazione tra le api e l’uomo esiste da sempre. Ciò è dimostrato dalla pittura rupestre delle grotte del Ragno (Cuevas de la Araña), nel sud della Spagna, vecchia di circa 8000 anni. Si tratta dell’opera d’arte più antica in cui si trova un accenno di questa relazione : un personaggio fragile e delicato si arrampica fino ad un’altezza considerevole su una scala di corda sospesa, avvicinandosi ad uno sciame che ha costruito dei favi in una cavità di forma ovale e arrotondata. Nella mano destra tiene un cesto, nel quale ha l’intenzione di porre il suo raccolto per riportarlo a terra in tutta sicurezza. Questa forma d’ »apicoltura » è ancora in uso oggigiorno presso i cacciatori di miele del Nepal.
L’immagine è emozionante, grazie alla sua estetica e al « non-realismo » delle proporzioni tra l’uomo e le api che rientrano verso l’alveare. E’ molto sorprendente trovare alla stessa altezza la testa del personaggio e lo sciame. I due elementi rappresentano artisticamente la relazione tra api e essere umano, suggerendo che esiste un legame fraterno tra l’essere umano ed il popolo delle api.
« Gli animali non sono soltanto capaci di mangiare, sono anche capaci di pensare » : con questa frase, il ricercatore Claude Lévi-Strauss ha attirato l’attenzione sul fatto che i disegni rupestri della preistoria non erano solo delle riproduzioni di scene della vita quotidiana, ma anche i simboli figurati di una relazione spirituale e religiosa tra l’animale e l’uomo. Fino all’epoca medievale, innumerevoli rappresentazioni evocano questo doppio rapporto : dal prete-apicoltore dell’antico Egitto, inginocchiato con le mani levate in direzione delle sue arnie, fino alle api rappresentate sul vestito di Artémis nel tempio di Efeso o sulla stola del primo vescovo di Ravenna, St. Apolinario.

Il nostro compito

Ancora oggi, possiamo sperimentare l’innata relazione tra l’uomo e le api. Una delle sue testimonianze è fornita dall’eco che riscontra nei media il tema della mortalità delle api; anche il grande successo del film documentario More than honey ne dice molto a questo riguardo. Tuttavia, il vero senso della straordinaria relazione tra uomo e api non è ancora stato totalmente compreso. Capirlo veramente è un compito che si impone agli apicoltori e a tutte le persone interessate ed esige un esame globale e coscienzioso della natura di una colonia, dei suoi bisogni e della sua missione. Come confortare e salvare le api a livello planetario : è questo il soggetto trattato più in dettaglio nei diversi articoli di questa edizione del FondsGoetheanum.

Estratti di colloqui con Martin Dettli e Johannes Wirz, apicoltori, riuniti da Susanna Küffer Heer.