« L’archetipo della musica si trova nel mondo dello spirito. Quando l’essere umano ascolta della musica, si sente bene, perchè questi suoni si accordano con quel che ha vissuto nel mondo della sua patria spirituale»
Rudolf Steiner
News – Novembre 2011
L'arte come terapia
Tra arte e medicina ci sono legami e interazioni molto forti. La terapia dell’arte antroposofica apre nuove prospettive che incoraggiano il proseguimento delle ricerche. A secondo del tipo di malattia ed i sintomi specifici, un certo tipo di arte è integrato alle cure terapeutiche.
La malattia aiuta la strutturazione
L’arte più diffusa è l’arte di organizzare attivamente la propria vita, l’arte biografica. Non diamo sempre un’organizzazione cosciente alla nostra vita, abbiamo spesso bisogno di essere “spinti” dall’esterno, per esempio da una malattia.
La malattia, o più precisamente il recupero della salute, può risvegliare in noi la volontà di trasformare la nostra vita, di prenderne possesso in modo diverso. L’arte, ricevuta o praticata, può diventare nutrimento durante questo processo e darci delle ali. Precisamente nei periodi di crisi, è possibile che nasca una nuova sensibilità, un nuovo approccio all’arte.
E’ per questo che gli ospedali antroposofici accordano grande importanza alla qualità artistica degli stabili e delle stanze. La pratica dell’arte può permettere ai medici o agli infermieri un approccio più agevole delle situazioni difficili e complesse dei pazienti e di capirli meglio.
Terapia dell’arte ricostruttrice
Tra certi metodi artistici e certe malattie o sintomi, esistono corrispondenze specifiche. Ogni tipo di arte lavora con i suoi elementi specifici. La scultura, per esempio, lavora con forme e proporzioni.
La terapia dell’arte antroposofica supera la semplice esperienza artistica. La terapeuta dell’arte esamina l’effetto dei diversi elementi artistici sul paziente e sulle sue funzioni organiche. Tramite esercizi scelti secondo uno scopo preciso, agisce sull’organismo malato.
L’arte di collaborare attivamente al processo di guarigione
Le terapie artistiche antroposofiche fanno intervenire sotto un aspetto curativo le forze che formano e trasformano l’essere umano : movimento, parole, musica, scultura e pittura. Forniscono al paziente nuove possibilità di collaborare attivamente, tramite esercizi, al ristabilimento della propria salute.
Il ricorso alle terapie artistiche è un vasto campo di lavoro. Le esperienze dei terapeuti e dei medici dovrebbero poter essere rese accessibili agli ambienti scientifici e al grande pubblico tramite pubblicazioni. Tutta la ricerca in questo campo deve essere finanziata da offerte.
Guarire tramite la forza della parola
L’arte della parola terapeutica da vita a suoni, sillabe, parole e frasi. Questi elementi della lingua che ci sono familiari hanno un rapporto particolare col nostro corpo, con la nostra energia vitale e naturalmente con la nostra anima, che entra in relazione con gli altri tramite la parola. Più la forza formatrice di una poesia scende fino al livello della sillaba e del suono, più la sua forza è grande per influenzare il corpo stesso, tramite la respirazione rivivificata. L’arte della parola terapeutica mette tutta la ricchezza di questi elementi della lingua, rispettandone le indicazioni corrispondenti, al servizio della formazione di sè.
Provocare un rilassamento profondo tramite esametri.
Impulsi importanti in favore dell’arte della parola terapeutica vennero da una comunità di ricercatori, basata all’Università di Berna. In pubblicazioni internazionali, è stato dimostrato che l’exametro (verso della poesia metrica classica) può trascinare l’essere umano in uno spazio che galleggia tra uno stato di veglia e uno di sogno. Il polso si adatta completamente alla respirazione, il che provoca un rilassamento profondo e una calma durevole.
Un progetto realizzato in concomitanza con la clinica Ita Wegman di Arlesheim ha dimostrato che l’arte della parola terapeutica può influenzare favorevolmente la pressione arteriosa. I risultati sono incoraggianti e continuano ad essere usati in situazioni di applicazioni cliniche.
Dr. med. Andreas Binder, Dietrich von Bonin, Kirstin Kaiser
Ritrovare se stessi per mezzo della musica
La musica è un bisogno fondamentale dell’essere umano. Da sempre, in tutte le culture, attraverso i secoli, la musica ha accompagnato gli uomini e ha esercitato su di essi un’azione terapeutica. La musica accompagna gli avvenimenti più variati della vita.
La musica costruisce dei ponti tra l’interno e l’esterno, tra il mondo di qua e il mondo di là, tra “me” e “te”. Non è possibile coglierla fisicamente, ed è pertanto ben reale e questa doppia natura fa di lei una mediatrice tra il mondo terrestre ed il mondo spirituale. La musica possiede una realtà oggettiva che ciascuno può scoprire e provare soggettivamente.
L’essere umano sente già prima della nascita
L’orecchio è già formato a partire dal terzo mese di gravidanza, il senso dell’udito é già attivo. L’essere umano è in grado di sentire prima della nascita. Al momento di morire, il senso dell’udito è l’ultimo a spegnersi. E’ un ponte tra la nostra esistenza pre-natale e quella dopo la morte. Questo “ponte” lo conosciamo bene durante la vita di tutti i giorni.
Il nostro potere uditivo è più grande del nostro potere visivo. Siamo in grado di riconoscere dal rumore dei passi una persona conosciuta. L’udito non ci fornisce solamente il contenuto, ma pure “l’atmosfera” interiore di quello che è riferito. I “malintesi” spesso sono causati non solo dal semplice contenuto di quel che è affermato, ma dal “tono” e il modo in cui le cose sono dette e percepite, tanto da parte dell’oratore, che da parte della persona che ascolta.
Terapia musicale: io sono la musica
I musicoterapeuti lavorano tramite diversi fenomeni musicali, con le qualità sonore di diversi strumenti. Anche il modo “normale” con cui si suona uno strumento può possedere un’azione terapeutica. Un paziente che non aveva mai fatto musica attivamente fino ad allora e che si definiva piuttosto scettico verso la musicoterapia, durante la sua terza lezione, pensava “ad alta voce sul vero senso del “fare musica”. Arrivò per finire a questa conclusione: “Il modo in cui i suoni emergono, dipende da me; io sono la musica... la musica, sono io.”
Diventare una parte di un grande insieme
Tramite la musica, l’essere umano può fare l’esperienza di far parte di un grande insieme, senza perdere malgrado ciò, il suo proprio valore. L’esperienza che può avere del proprio valore è rinforzata. Questa esperienza interiore del valore ha una grande importanza ugualmente nell’accompagnamento delle persone in fin di vita. Una paziente lo descrisse un giorno con queste parole: “Quando ascolto la musica, so che esisto e che sono più della semplice parte terrestre di me stessa e che, grazie ad essa, non sono sola.”
Regula Utzinger, musicoterapeuta