FondsGoetheanum: Clima

 

 

 

 

 

« Un'opportunità: la rivoluzione della sostenibilità»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il legame con il suolo – come ritrovare l’equilibrio nell’agricoltura?

Il cambiamento climatico ha numerosi effetti. Uno di essi è il richiamo a coltivare piante che si adattino alla canicola e alla siccità. Lo sguardo da portare sulle cause ne è un altro. L’agricoltura biodinamica è particolarmente rispettosa del clima.

Scientificamente dimostrato: l’agricoltura biologica migliora durevolmente i terreni.

Durante le due ultime estati, la vista di campi di granoturco inariditi spezzava il cuore. A quanto pare, il granoturco non resiste al cambiamento climatico. L’adattamento è uno dei suoi aspetti.
La ricerca delle cause ne è un’altro e l’agricoltura vi gioca un ruolo fondamentale. Da una parte c’è il suolo con le sue provviste di humus e dall’altra parte la concimazione col suo eccesso di azoto.


L’azoto, un fertilizzante

L’azoto è un prezioso elemento nutritivo per la crescita delle piante ed arriva nei campi tramite il letame, ma pure tramite i fertilizzanti chimici e i residui di fabbriche di biogas. Le piante possono assimilarne solamente una parte. E il resto ?
Una parte è dilavata sotto forma di nitrato o sparisce nell’aria sotto forma di ammoniaca, un’altra parte rimane nel terreno dove verrà disintegrata dai microrganismi che possiedono qui un ruolo centrale. Il loro volume per ettaro corrisponde circa alla massa di 20 mucche. La maggior parte di questi microrganismi sono ad esempio batteri e funghi e sono così piccoli che si possono osservare solamente con un microscopio. Ma il lavoro che forniscono è immenso.


I microrganismi sono i migliori agenti di riciclaggio

I microrganismi sono i migliori agenti di riciclaggio. Ricuperano tutto : paglia, foglie, letame e liquame che trasformano in prezioso humus. Ricuperano pure i residui di azoto. Purtroppo però ciò non avviene senza sprechi : una piccola parte dell’azoto si trasforma in gas esilarante, N20. Queste quantità sono minime, paragonate a quelle del principale gas a effetto serra, il CO2. Ma il N2O è molto più nocivo per il clima.
Uno studio scientifico[i] sulle emissioni di gas nocivi (diossido di carbonio, protossido di azoto, metano) estratto dal test a lungo termine DOK, è stato pubblicato in primavera di quest’anno. I risultati sono impressionanti : se attribuiamo all’agricoltura convenzionale un indice di emissioni del 100%, esso scende a 61% per l’agricoltura biologica e a soli 44% per l’agricoltura biodinamica.


Esiste un potenziale importante

La nostra fertilizzazione massiccia ha causato molti danni. D’altra parte, esiste però un enorme potenziale e l’agricoltura potrebbe reagire in fretta. Basterebbe che ogni azienda agricola possedesse solamente il numero di animali che può nutrire da sola, senza dover comperare foraggio e che usasse meno fertilizzanti. Ciò è tuttavia possibile solamente se il prezzo pagato all’agricoltore copre le sue spese. Concretamente, ciò significa ricondurre l’agricoltura intensiva, ottimizzata quasi come una fabbrica, ad un livello dove la dignità umana, il benessere degli animali e l’ambiente svolgono un ruolo essenziale.

 

L’humus è un contenitore di CO2

La ricerca ha dimostrato che ciò può funzionare : l’agricoltura biologica, vicina alla natura, grazie ai pochi fertilizzanti utilizzati, non emette solamente meno protossido di azoto che l’agricoltura tradizionale ma preserva maggiormente il terreno e le sue pratiche sono più rispettose del clima.  Ritorniamo così all’humus.
L’humus è del CO2 intrappolato. L’humus si forma grazie ad una varietà di vegetali e quindi, in agricoltura grazie alla rotazione delle colture e all’apporto di materie organiche come il letame, la paglia e il sovescio. La riduzione dello strato di humus viene frenata da un lavoro che preserva il terreno : le macchine vanno meno in profondità e si cerca di non mettere il terreno sottosopra (arare). Grazie a queste misure combinate tra loro il terreno sarà più ricco di humus.
Un terreno povero e meno lavorato potrà quindi ritirare il CO2 dall’aria e agire come un nuovo contenitore. Perchè l’humus non è solamente un buon contenitore di CO2,  ma rende pure il terreno permeabile all’acqua e all’aria, ne migliora la struttura, ritiene meglio l’acqua piovana, con la quale potrà in seguito alimentare più a lungo il granoturco colpito dalla siccità. Un terreno ricco di humus corrsiponde quindi per molte ragioni ad una meta prioritaria per il clima.

 

Dr. sc. agr. Maike Krauss e Dr. phil, Dipl.-Ing. Agr. ETH Paul Mäder, Istituto di ricerca dell’agricoltura biologica FiBL

 

[i] 1) C. Skinner, A. Gattinger,M.  Krauss, H.- M. Krause, J. Mayer, M. G. A., van der Heijden, et P. Mäder, Scientific Reports, février 2019.

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