FondsGoetheanum: Infanzia

La scuola Steiner della Silicon Valley

I tre quarti dei genitori della scuola Waldorf/Steiner della Silicon Valley lavorano nelle imprese all’avanguardia dell’ alta tecnologia, come per esempio Google, Apple, Yahoo et Hewlett-Packard. Ma i metodi educativi delle scuole Steiner, compresi quelli della Silicon Valley, sono esattamente il contrario dell’ alta tecnologia : penne e carta, ferri da maglia e talvolta anche argilla. Nessun computer in vista. Nessuno schermo. Sono proibiti nelle aule e la scuola non raccomanda nemmeno il loro uso a casa. Un articolo consacrato a questa scuola cita tra l’altro un dirigente del settore relazioni pubbliche di Google, affermando che è assurdo credere che un’applicazione sul tablet potrebbe insegnare la lettura o i calcoli ai propri bambini meglio di un maestro in carne ed ossa.

I mezzi di comunicazione digitali ci instupidiscono?

Secondo il Professor Manfred Spitzer, internet, computer e compagnia favoriscono le dipendenze. I bambini ed adolescenti perdono il gusto del movimento, diventano obesi, pigri e malincolici quando restano seduti troppo a lungo davanti a mezzi di comunicazione digitali.

Le cifre sono allarmanti : secondo il rapporto annuale dei servizi di prevenzione della tossicomania del governo federale tedesco, un sesto circa dei bambini e adolescenti sono considerati come utilizzatori a problemi di internet. La situazione in Svizzera è sicuramente simile. Secondo le ricerche del Pr. Manfred Spitzer, i mezzi di comunicazione digitali trasformano profondamente la nostra vita.

Il movimento all'aperto contribuisce all'equilibrio del cervello.

A chi credere?

Questo scientifico controverso si è preso cura di confermare tutte les sue tesi tramite studi specifici, alfine di poter ribattere efficacemente ai suoi numerosi avversari  durante i debattiti pubblici. Secondo il suo punto di vista, sono credibili solamente gli studi scientifici o medici pubblicati in riviste specializzate internazionali. Gli studi effettuati nel campo della scienza dell’informazione, che sboccano generalmente su altre conclusioni e incoraggiano l’integrazione di computer e programmi educativi negli edifici scolari, sono considerati dal Pr. Spitzer come poco credibili, perchè generalmente finanziati dall’industria dei computer.

Percezioni, pensieri, sentimenti, esperienze, decisioni, azioni modellano il cervello.

Il cervello ha bisogno di stimoli reali

Il Pr. Spitzer considera pericolosi i computer nelle scuole o persino negli asili :  « I mezzi di comunicazione digitali riducono l’uso che facciamo del nostro cervello, il che diminuisce a termine le sue capacità.» Presso i bambini e gli adolescenti che usano intensamente i mezzi di comunicazione digitali (computer, smartphone, videogiochi e televisione) la formazione del cervello stessa è ostacolata, come l’hanno dimostrato diversi studi. Essi dimostrano che i mezzi di comunicazione digitali nuocciono all’essere umano secondo la dose alla quale sono utilizzati e all’età dell’utilizzatore. Il Pr. Spitzer spiega che « Le scoperte più importanti delle neuroscienze nel corso degli ultimi decenni hanno stabilito tra l’altro che il cervello è più tonico e modellabile che un muscolo e che si forma grazie a sollecitazioni». Sarebbero le percezioni, i pensieri, i sentimenti, le esperienze, le azioni a modellare il cervello, col suo milione di miliardi di legami tra le cellule nervose.
La conclusione contraria sarebbe quindi che «se il cervello non ha gran che da fare, si atrofizza».  I sintomi della demenza digitale, seconso il Pr. Spitzer, sono la crescente incapacità a trovare un’orientazione, con come conseguenza la discesa verso gli ultimi ranghi della società, l’isolamento e la depressione. E’ per questo che la società dovrebbe interrogarsi su quel che si potrebbe fare e che, moralmente, dovremmo fare.

La dipendenza nascosta

E’ stato provato che durante gli ultimi decenni, le deficienze corporee dei bambini e degli adolescenti siano fortemente aumentate. Secondo il Pr. Spitzer, sono la conseguenza del crescente consumo di mezzi di mezzi di comunicazione digitali, sempre accompagnate da deficienze emotive ed intellettuali. I bambini che passano più tempo davanti agli schermi avrebbero più difficoltà ad imparare, a concentrarsi, a controllarsi e a socializzare. Gli utenti di videogiochi violenti si mostrerebbero meno propensi ad aiutare nel caso dovessero portare soccorso a vittime reali di violenze. In confronto ad altre droghe, la dipendenza ai mezzi di comunicazione digitali è più difficilmente individuabile, perchè resta nascosta più a lungo.

Cantare, ballare, ridere

Tesi principale del Pr. Spitzer : il cattivo uso di internet, il consumo esagerato della televisione, il tempo passato davanti al computer, soprattutto per giocare, conducono alla dipendenza, alla mancanza di sonno, al sovrappeso, ai disturbi dell’attenzione ed infine a sintomi precoci di demenza numerica. Per combattere una demenza e lottare contro la decostruzione del cervello, i migliori successi sono stati ottenuti, secondo il Pr. Spitzer, col movimento fisico e la pratica di uno sport, la danza, il canto, il riso, la pratica di uno strumento musicale, la calligrafia, la pratica di diverse lingue, una grande cerchia di amici, buoni legami familiali, un lavoro sensato, un’attitudine altruista e un sostegno al benevolato.

Testo pubblicato grazie alla gentile autorizzazione della SAMA Baden-Württemberg

Christoph Noth

Manfred Spitzer, Digitale Demenz. Wie wir uns und unsere Kinder um den Verstand bringen, Droemer, Knaur, 2012 (« Demenza digitale. Come noi ed i nostri figli perdiamo il nostro intelletto»)
Manfred Spitzer, Vorsicht, Bildschirm! Elektronische Medien, Gehirnentwicklung, Gesundheit und Gesellschaft, Klett, 2006.  (« Attenzione, schermo ! Mezzi di comunicazione digitali, sviluppo del cervello, salute e società»)

 

Pr. Manfred Spitzer
Il Professor Spitzer dirige la clinica psichiatrica universitaria di Ulm e il ZNL Transfer Zentrum per le neuroscienze e l’apprendimento, fondato da lui stesso nel 2004. Neuroricercatore e psichiatra, lavora sulla problematica dell’interfaccia mente/cervello nel campo delle neuroscienze cognitive e sociali. Tramite i suoi libri e le sue emissione televisive, trasmette sotto forma accessibile ad un vasto pubblico, le conoscenze alle quali hanno avuto accesso le neuroscienze ed i legami causali che mettono in evidenza. E’ l’autore del libro Digitale Demenz  e, durante una conferenza del 17 maggio 2013 a Stuttgart-Freiberg, ha messo in guardia contro il pericolo della demenza digitale indotta dall’uso di mezzi di comunicazione elettronici.