FondsGoetheanum: Mucca

Si, voglio contribuire ad un'agricoltura sostenibile!

Ci dobbiamo confrontare con una crescita costante delle temperature globali e con le sue conseguenze – per esempio lo scioglimento dei ghiacciai. I paesaggi e il clima cambiano. Le sfide di fronte alle quali si trova la produzione agricola si moltiplicano. La sicurezza alimentare è in pericolo. L'allarme lanciata dal Rapporto mondiale sull'agricoltura del 2008, secondo il quale « non si può più continuare in questo modo! », non può più essere ignorata. C'è bisogno di personalità politiche, di commercianti e di consumatori che incoraggino – insieme con gli agricoltori – una nuova politica alimentare. C'è bisogno di un nuovo approccio, di un'agricoltura che impedisca l'erosione del suolo, che ne mantenga costante la fertilità. L'agricoltura biodinamica è tesa a svilupparla!

Le vostre donazioni sostengono la ricerca svolta in questo senso.

Un caloroso ringraziamento per la vostra donazione all'IBAN: CH06 0900 0000 1074 9020 0

 

 

 

Che cosa rende un allevamento rispettoso degli animali e dell'ambiente

- Vincolato all'agro. La quantità di capi di bestiame è determinata dalle capacità della superficie agricola a disposizione.
- Agricoltura circolare sostenibile. Trasporti ridotti al minimo, importazioni di foraggio evitate.
- Evitare la concorrenza alimentare. Evitare di usare foraggio che servirebbe anche all'alimentazione umana.
- Riconoscenza. Gli animali sono esseri dotati di sensibilità e fanno parte dell'organismo agricolo – la fattoria – realizzando pienamente la loro funzione ecologica.

 

 

Come possono contribuire i consumatori

- Consumo cosciente. Rinunciare a qualcosa non significa sempre una perdita. Anche un sorso sprecato è un danno per l'ambiente.
- Sostenere la produzione biologica e Demeter locale. Questo sforzo aiuta una filiera sostenibile e protegge il paesaggio locale.
- Rispettare gli animali, le piante e i produttori degli alimenti che consumiamo.
- Fare acquisti ponderati: ogni nostra scelta determina direttamente il futuro dell'offerta alimentare.

 

 

 

Che cos'è l'allevamento agrovincolato?

L'allevamento agrovincolato delle mucche aumenta la percentuale di humus nel terreno, e quindi la ritenzione idrica dello stesso.
Il numero di capi di bestiame è vincolato alle capacità dell'azienda agricola in cui vengono allevati. Questo vale sia per la produzione lattiero casearia sia per quella di carne.
Da un lato, l'azienda agricola alleva solo gli animali che essa stessa è in grado di nutrire con la gestione misurata di una propria produzione di foraggio.
Dall'altro, questo stesso numero di capi di bestiame corrisponde alla capacità del suolo di ricevere letame prodotto localmente e a valorizzarlo trasformandolo in suolo ricco di humus. Su un suolo di questo tipo crescono piante sane, cereali e verdure, e foraggio di alta qualità, alternandoli in un'appropriata rotazione delle culture.
Il letame delle mucche che consumano foraggio prodotto nella fattoria dove pascolano è un concime biologico estremamente efficace. Con una buona gestione, la fertilità del suolo aumenta regolarmente nel corso degli anni. Un allevamento agrovincolato dei bovini valorizza il suolo e il paesaggio.

La mucca e il clima – questione di metodo

Foto: BFDI

L'immagine dell'allevamento ha molto patito in questi ultimi anni, in particolare quello bovino. Le mucche e i buoi emettono metano e richiedono foraggio e acqua in grande quantità. Insomma, il loro impatto ambientale sembra troppo alto. Ma le cose stanno davvero così? Non dovremmo invece considerare l'importanza dei bovini in un quadro più ampio?

 

Che cosa vediamo osservando la situazione un po' più da vicino? Forse che un allevamento sostenibile è possibile solo nelle più moderne stalle? Oppure esistono altri modi per praticare un allevamento equilibrato ed ecologico? L'articolo seguente pone queste ed altre questioni, basandosi sulle scoperte più recenti della ricerca scientifica e su anni d'esperienza sul campo.

È giusto condannare la mucca come killer del clima?

Bovini, ovini e caprini fanno parte dei ruminanti utilizzati in agricoltura. Sia durante la ruminazione che alla fine della digestione, essi emettono metano, il cui impatto ambientale influisce sul riscaldamento globale. Rispetto al CO2, il metano ha un'impronta climatica ancora più elevata. Liberato nell'atmosfera, si decompone in CO2 in un arco di tempo che va dai 12 ai 14 anni. Allo stesso tempo, il CO2 è necessario alla crescita di tutte le piante, le quali utilizzano il carbonio per costruire la loro struttura e liberano l'ossigeno.

L'allevamento agrovincolato delle mucche valorizza il paesaggio. Foto: BFDI

Semplificando si può dire che il metano emesso dai ruminanti diventa nel giro di qualche anno nuova erba da pascolo. Prenderemo le mucche a titolo d'esempio, ma la maggior parte dei casi trattati si applica anche agli altri ruminanti.
La riduzione delle emissioni dei gas serra è un obbiettivo molto importante. È però altresì importante capire anche che il metano che proviene dall'allevamento delle mucche fa parte di un ciclo naturale. Il diossido di carbonio contenuto nel metano non è né prodotto né consumato, bensì inserito in un ciclo naturale. I ruminanti, il letame, i suoli, l'atmosfera e i prati altro non sono che dei depositi transitori. Valutando l'impatto di un numero costante di capi di bestiame, si arriva nel corso degli anni ad una somma nulla, ad un equilibrio dinamico.

Che cosa succede con i combustibili fossili?

Quanto detto sopra non vale per i gas provenienti da sorgenti d'energia fossile come il carbonio, il petrolio, i gas di petrolio liquefatti: essi provengono infatti da residui organici sepolti sotto terra milioni di anni fa, vengono liberati nel giro di pochi decenni nell'atmosfera e vi rimangono a lungo, causando il riscaldamento climatico.

Che cosa significa allevamento bovino agrovincolato?

È evidente che le mucche emettono gas serra. Esse necessitano anche di molto spazio e di risorse dedicate. Se però guardiamo oltre il semplice costo ecologico e finanziario, ci si mostra un'immagine più completa. Le mucche hanno un grande potenziale ecologico, per esempio per la cura del paesaggio e per la valorizzazione del suolo. Questo potenziale è più difficile da afferrare, perché dipende molto dal rapporto in cui l'allevamento sta con il terreno.
Quando l'allevamento è agrovincolato, quest'ultimo assume un ruolo centrale: l'azienda agricola produce essa stessa il foraggio necessario al gregge, il suolo è in grado di ricevere tutto il letame prodotto, lo trasforma e produce un foraggio locale di alta qualità.
Un allevamento di questo tipo, agrovincolato, non esclude la possibilità di sfruttare una stabulazione libera appropriata alla specie allevata. Soprattutto in inverno, le mucche trovano protezione e calore nella stalla, dove stanno vicine. Si tratta piuttosto di adattare le dimensioni del gregge al suolo a disposizione, piuttosto che allo spazio disponibile nella stalla. I suoli sani sono pieni di vita e, con l'aiuto di uomini e animali, possono contribuire a valorizzare interi paesaggi. Attraverso un allevamento agrovincolato di mucche il paesaggio non viene sfruttato, bensì valorizzato. A questo fine il foraggio deve essere prodotto nella fattoria stessa.
Il letame delle mucche che ricevono foraggio prodotto nella fattoria stessa è un concime naturale molto efficace. Tenere le mucche a pascolo favorisce non solo la biodiversità, ma anche lo sviluppo della radice dell'erba, la quale cattura così il diossido di carbonio e lo imprigiona nel suolo. Con una buona gestione del processo, la qualità del suolo aumenta regolarmente nel corso degli anni.

Non si potrebbero utilizzare i pascoli a fini agricoli?

Le superfici agricole presentano qualità diverse. Le più ricche – e sono anche le più rare – permettono la coltivazione ortofrutticola. Altre superfici si prestano meglio alla coltivazione cerealicola. In ogni caso, più della metà delle superfici agricole nel mondo, e così anche in Svizzera, non sono utilizzate a fini agricoli. Laddove diversi limiti non permettono la coltura, per esempio a causa dell'altitudine, della pendenza o della povertà del suolo, gli animali possono generare un plus-valore.
In quanto ruminanti con ubn processo digestivo in più fasi, le mucche possono rendere utili all'alimentazione umana le superfici ricoperte d'erba, che non sarebbero altrimenti utilizzabili, trasformandole in alimenti ricchi e preziosi. Un pascolo estivo gestito con cura produce delizioso latte alpino oppure formaggio di montagna dal gusto marcato.
Senza il lavoro dei ruminanti, senza la valorizzazione dei pascoli dovremmo produrre i nostri alimenti su una superficie agricola molto più piccola. Inoltre le mucche contribuiscono a impedire la crescita dei cespugli, a stabilizzare le pendenze e a preservare il suolo attraverso una concimazione naturale.

Come può la bovinicoltura rispettare l'animale, l'ecologia e la sostenibilità?

L'allevamento bovino è ecologico e sostenibile quando le mucche ricevono foraggio prodotto nella stessa fattoria in cui vengono allevate e quando le superfici disponibili vengono gestite con attenzione. Lo si può mettere in evidenza paragonando l'agricoltura lineare con quella circolare. L'agricoltura lineare conosce una sola direzione: dalla materia prima al prodotto finito. I residui della raccolta e della trasformazione sono spesso visti come scarti. Le sostanze nutritive che lasciano il campo con la raccolta sono spesso rimpiazzate con del concime acquistato. Persino il letame di mucca, che è in realtà uno straordinario concime biologico, può diventare ingombrante in un allevamento altamente specializzato che non abbia spazio sufficiente per stoccarlo e trasformarlo.


Perché l'agricoltura circolare è così importante?

Nell'agricoltura circolare, le cose vanno in modo diverso. L'idea alla base è che non esistano scarti. La natura non conosce scarti. Le aziende agricole biologiche e biodinamiche vivono questa forma dell'agricoltura. Esse non hanno bisogno d'importare il concime. Fieno ed erba ad alto valore nutritivo e prodotti nell'azienda vengono usati come foraggio, rinunciando alla soia importata dai paesi in cui si continua a deforestare per generare superficie agricola.
Nell'agricoltura circolare, i residui della raccolta e della trasformazione diventano foraggio, il letame diventa concime. Ciò rinforza l'economia locale, riduce l'impiego di mezzi di trasporto e protegge l'ambiente. L'alimentazione delle bestie con foraggio locale e l'utilizzo del letame aumentano l'humus nel terreno e la ritenzione idrica del suolo. Tali effetti diventano ancora più preziosi nel contesto di cambiamenti climatici ed eventi meteorologici estremi come siccità e forti precipitazioni. Inoltre un suolo ricco d'humus libera meno gas a effetto serra nell'atmosfera.

Da un punto di vista ecologico non è meglio mangiare pollame piuttosto che carne bovina?

Il pollame e i suini, a differenza dei bovini, non sono buoni custodi del paesaggio. Soprattutto sono in concorrenza alimentare diretta con l'uomo. Il pollo e il maiale hanno solo uno stomaco e hanno bisogno dello stesso cibo di cui hanno bisogno gli uomini – per esempio di cereali. In quanto ruminanti provvisti di quattro stomaci, le mucche possono digerire fieno ed erba. Inoltre producono cibi di una certa rilevanza nell'alimentazione umana. In questo senso una produzione di carne può essere sostenibile a lungo termine solo se gli animali ricevono un foraggio prodotto nella stessa fattoria.

 

Le mucche sono inquinanti quanto le automobili?

Il compito principale dell'agricoltura è di produrre i migliori alimenti rispettando il clima. Per riuscirci, la bovicoltura inventa un'innovazione dopo l'altra. Dai raschiatori automatici per letame ai sistemi d'aerazione industriale, passando per l'ottimizzazione calorica del foraggio: la stalla di oggi, in Svizzera, è una realizzazione altamente tecnologica.
Si potrebbe sospettare che, a forza di valutazioni dell'impronta ecologica e di statistiche, si finisca per dimentica l'animale allevato. La questione si polarizzerebbe in questo modo: le mucche inquinano quanto le automobili? Il paragone, spesso evocato, è zoppo. I motori a combustione hanno bisogno di combustibili fossili che vengono estratti dalle profondità della Terra, trasformati e dispersi nell'atmosfera, dove si accumulano. Si tratta di uno di quei processi lineari, una via a senso unico. Persino la corrente elettrica utilizzata nella e-mobility non proviene sempre da sorgenti d'energia rinnovabili.
Il metano dei bovini, invece, è legato ad un ciclo naturale che si trova in un equilibrio dinamico tra emissione e reintegrazione. Inoltre l'allevamento agrovincolato delle mucche favorisce l'armonia tra suolo e animale. Un suolo sano produce foraggio che la mucca, grazie al suo complesso processo digestivo, trasforma in concime, anch'esso proficuo per il suolo. Una saggia gestione di tale ciclo porta non solo a un equilibrio, ma proprio ad una spirale virtuosa.

L'allevamento agrovincolato dei bovini aumenta la componente di humus e quindi la ritenzione idrica del suolo. Foto: Getty Images.

Di per sé, le mucche non sono delle distruttrici del clima

Le statistiche relative al CO2 non descrivono sufficientemente l'effetto delle mucche, le quali sono un'importante componente del paesaggio nel quale sono nate e che continuano a marcare. Nella natura gli scarti sono sempre la base per qualche cosa di nuovo. Questa legge vale anche nell'agricoltura biodinamica, che si può descrivere anche come agricoltura circolare. L'allevamento agrovincolato dei bovini ha in essa un'importanza non trascurabile.
I capi di bestiame devono venir scelti in modo che il suolo abbia la capacità di contenere e trasformare localmente il volume di letame prodotto. Su un suolo di questo tipo crescerà un foraggio di alta qualità, che non avrà bisogno d'importazioni. Il metano emesso appartiene anch'esso allo stesso ciclo. Nel giro di qualche anno, esso verrà assorbito dalle piante sotto forma di CO2 e rimesso a disposizione delle mucche. La fusione di più cicli può portare effetti positivi. Così le mucche, con il loro normale comportamento, contribuirebbero ad un costante miglioramento della fertilità del suolo e alla valorizzazione del paesaggio in maniera sostenibile. Che i bovini danneggino il clima o che siano buoni custodi del paesaggio, questo dipende anche dalla nostra attitudine nei loro confronti. Essi diventano dannosi per il clima solo quando gli esseri umani li usano in modi che portano a queste conseguenze.

Lukas Maschek, Sezione d'agricoltura del Goetheanum