Goethe e l'agricoltore progressista e visionario
250 anni fa, nel giugno 1775, Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), il poeta famoso fin dai suoi anni più giovani, fece un viaggio in Svizzera. La sua meta non era il passo della Jungfraujoch, come per molti turisti odierni, ma piuttosto una visita, che fece il 12 giugno, presso un contadino. Costui era in effetti «top of Europe» per tutto quanto rappresentasse l'innovazione nell'agricoltura.
Il contadino era Jakob Gujer, detto Kleinjogg1), di Katzenrütihof, presso Rümlang, nel cantone di Zurigo. Il grande poeta tedesco, che poi ha dato il nome al FondsGoetheanum, che cosa cercava presso il contadino svizzero, conosciuto sì per essere all'avanguardia?
La qualità più grande di Kleinjogg era, a ben guardare, il fatto che si affidasse alle proprie osservazioni e ai pensieri che poteva trarne. Arrivò alla conclusione che l'agricoltura tradizionale non fosse buona né per il terreno né per i contadini. Si mise a riorganizzare tutto. Iniziò a piantare erba medica e trifoglio. Introdusse una nuovo metodo di coltivazione della patata. Nelle stalle, provò materiali diversi come strame per ottenere un letame che fertilizzasse al meglio. Migliorò la qualità dei suoi terreni argillosi aggiungendo sabbia ricavata da una piccola cava locale. Insomma, portò lo spirito illuminista nel paese. Ruppe con le tradizioni e si affidò solo al sano intelletto umano.
Il corso di agricoltura di Rudolf Steiner
150 anni dopo, Goethe era di nuovo presente. Non direttamente, ma indirettamente. Quando, nel 1924, nel podere di Koberwitz, oggi in Polonia, si tenne il corso di agricoltura, con le sue otto conferenze, a parlare era il Dr. Rudolf Steiner, un profondo conoscitore di Goethe, del quale infatti aveva in giovane età pubblicato gli scritti scientifici. Basandosi sul goetheanismo, Rudolf Steiner si conquistò conoscenze assai vaste, e soprattutto, nelle sue ricerche, non si era arrestato di fronte al mondo spirituale. Che l'elemento spirituale operi nella dimensione terrena, lo ha dimostrato in tutta la sua Antroposofia. Uomini della più svariata estrazione professionale, per esempio maestri, artisti e medici, avevano ricevuto da lui impulsi capaci di grande ispirazione per il loro lavoro.
Allora anche i contadini iniziarono a fare delle domande, visto che avevano grossi problemi con il rendimento economico delle aziende, con la fertilità del terreno, con la salute di piante e animali. Così, nel 1924, si arrivò al corso di agricoltura, dal quale poi si sviluppò l'agricoltura biodinamica con i prodotti Demeter.
Ad oggi ci sono in Svizzera 430 aziende agricole biodinamiche. Quel che fanno è innovativo un po' come lo era la maniera di lavorare di Kleinjogg ai suoi tempi. E non tutto può essere compreso con un modo di pensare tradizionale. Steiner ne era ben consapevole, e così nella quinta conferenza del corso di agricoltura, il 13 giugno 1924, parlando dei preparati, disse:
«Nicht wahr, all das erscheint heute wie verrückt – das weiss ich schon – aber denken sie doch nur einmal, was alles den Leuten bis heute in der Welt für verrückt erschienen ist, und was nach ein paar Jahren eingeführt wird. Sie hätten nur die schweizerischen Zeitungen lesen sollen, als einer davon sprach, dass man Bergbahnen bauen solle, was dem alles an den Kopf geworfen worden ist. Aber in kurzer Zeit waren die Bergbahnen da, und heute denken die Leute nicht daran, dass der ein Narr war, der sie ausdachte. Bei den Dingen handelt es sich also darum, die Vorurteile zu beseitigen.» 2)
Dr. Rudolf Steiner
Agricoltura biodinamica in Svizzera oggi
Nel frattempo una ferrovia ci porta al passo della Jungfraujoch - «Top of Europe». E l'agricoltura biodinamica? Quanto è tradizione e quanto innovazione? L'agricoltura biodinamica intende sé stessa come un contributo innovativo per un'agricoltura sostenibile dal punto di vista economico, ecologico e sociale. Nelle righe che seguono andiamo a visitare alcuni Kleinjogg di oggi, analizzando i più importanti temi agricoli: fertilità del terreno, selezione vegetale, allevamento, concimazione, qualità dei prodotti.
Fertilità del terreno. Come si sviluppa la fertilità del terreno con una coltivazione convenzionale (IP-Suisse), biologica (Bio Suisse) e biodinamica (Demeter)? Con questa domanda iniziò l'esperimento DOK nel 1978. Essa viene gestita da Agroscope e dal FiBL nel sito di Therwil, presso Basel. Dopo 46 anni di ricerca, migliaia di rilevamenti e ricerche scientifiche si delinea un profilo molto chiaro per ognuno dei tre sistemi agricoli. Per quanto riguarda la fertilità del terreno, nel grafico a lato è rappresentata l'evoluzione del tenore di carbonio organico, che è l'indice più importante per la fertilità del terreno. Esso cresce solo con il sistema biodinamico. Non si è ancora riusciti a spiegare perché in termini prettamente chimici, tuttavia il dato di fatto è scientificamente comprovato.
«L'aumento del tenore di humus è un compito sovragenerazionale. L'esperimento DOK mostra che l'uso del compost di letame, elemento centrale del concetto di agricoltura nel sistema biodinamico, porta alla formazione di humus e ad un'elevata qualità biologica del suolo.
Dr. Hans-Martin Krause, Co-direttore del gruppo di lavoro sulla fertilità del terreno e sul clima presso il FiBL
Selezione vegetale. Quali varietà abbiamo a disposizione di grano, girasole, carote o mele? Questa è una domanda che riguarda la selezione vegetale. Da 40 anni esiste la selezione vegetale biodinamica, basata sull'osservazione goetheanistica della pianta. Una delle aziende attive nel settore è la Getreidezüchtung Peter Kunz, a Feldbach (ZH). Considerando sotto svariati aspetti la dinamica di crescita, la formazione dei chicchi e la maturazione, vengono stabiliti rigorosi criteri di selezione. In questo modo vengono selezionate quelle varietà che sembrano più promettenti. Le migliori vengono poi iscritte alla selezione ufficiale delle varietà. Un a buona dozzina di varietà di grano e farro hanno ottenuto l'autorizzazione da diversi anni, in Svizzera e all'estero. Esse vengono coltivate su circa dieci migliaia di ettari e poi lavorate per diventare pane. La variante di maggior successo è il grano «Wiwa», che ogni anno apporta valore aggiunto monetario e non monetario a contadini, mugnai, panettieri e consumatori.
«La selezione biodinamica può essere appresa come il lavoro d'artigianato. Avere a cuore il fatto di mettersi in relazione con le piante apre nuove possibilità di sviluppo. In questo modo un innovativo potenziale della pianta si lascia riconoscere e diventa individuabile. Se questo si unisce con la cura biodinamica della coltivazione, le piante dimostrano di essere forti e resistenti anche a lungo termine.»
Peter Kunz, selezionatore di vegetali
Allevamento. Gli animali fanno necessariamente parte di un'azienda agricola biodinamica. I più importanti sono i ruminanti, prima di tutto le mucche. Essi consumano quasi solo erba, trifoglio ed erba medica, che possono digerire con i loro quattro stomaci. In questo modo essi rappresentano una perfetta combinazione con l'uomo. La digestione della mucca, che funziona come un laboratorio biologico di alto livello, si traduce in letame. Il letame è il concime di più alta qualità, vero oro per il contadino biodinamico. Accuratamente compostato e poi sparso sui campi, esso chiude il ciclo dell'azienda agricola. Si crea un circolo virtuoso che porta allo sviluppo, nel corso degli anni, di un microbioma del suolo specifico di quell'azienda. Un gruppo di allevatori biodinamici di bovini lavora da decenni alle possibilità di allevare, alimentare e far riprodurre i bovini direttamente nella propria azienda agricola. In questo contesto sono stati sviluppati in modo innovativo, nell'ambito della ricerca sul campo, temi delicati quali l'allevamento dei vitelli, l'allevamento dei tori, le stalle per vacche con corna, la longevità delle vacche e la macellazione in azienda.
«È importante che la ricerca venga svolta insieme agli animali, che non sia solo una ricerca sugli animali – come già viene mostrato nel corso di agricoltura del 1924. La ricerca sul campo mostra però sempre risultati relativi ad una singola azienda agricola oppure al singolo animale ed è una vera sfida cercare di capire che cosa può venir generalizzato. Tale lavoro di ricerca si svolge con visite reciproche e colloqui tra le diverse aziende, valutando di volta in volta i dati statistici a partire dai risultati. La collaborazione tra il FiBL e le aziende è ideale: in questo modo sono state redatte alcune schede pratiche di riferimento3) destinate a tutti gli allevatori di bestiame».
Dr. Anet Spengler Neff, Codirettore del dipartimento per la ricerca sugli animali da fattoria, FiBL
Concimazione. La concimazione è il punto centrale – per dirla con Goethe, la domanda di Gretchen – dell'agricoltura. Il sistema biodinamico rinuncia completamente ai fertilizzanti minerali facilmente solubili. E quindi da dove arriva la forza necessaria alla crescita delle piante e alla formazione del raccolto? Dal compost di letame animale e dai resti delle piante. Ma occorre anche sfruttare nuove fonti, sia nel terreno, per le radici delle piante, sia per la fotosintesi delle foglie. L'agricoltura biodinamica affronta questa sfida con la produzione sul posto e l'impiego dei preparati biodinamici del cornoletame e del cornosilice. E questi preparati, che cosa dovrebbero mai fare? Essi sono pura innovazione. Non così facili da capire, ma assai efficaci. Detto con un'immagine, il corno letame spinge dal basso, il cornosilice spinge dall'alto, in modo che la pianta possa crescere equilibratamente tra terra e cielo. Altri sei preparati possono essere aggiunti in piccole quantità al compost, in modo da renderlo ancora più vitale e sano. Sparso poi nei campi, nei prati e nei pascoli, ma anche in giardino, esso favorisce una crescita armoniosa e aumenta la qualità dei prodotti alimentari.
«Con un lavoro tenace e perseverante troviamo nella natura le sostanze necessarie per la concimazione e i preparati biodinamici. Se riusciamo a sincronizzarle con i ritmi lunari e planetari, si apre una fonte inesauribile di energia e creatività per il mondo vegetale.»
Andreas Würsch, contadino Demeter
Qualità dei prodotti. Sui ripidi pendii del lago di Bienne crescono i vigneti di Anne-Claire Schott. I grappoli si sviluppano sotto le foglie e fino all'autunno tutta la vita della pianta di vite si è concentrata nella qualità degli acini d'uva. Adesso viene prodotto il vino. Nel vino si assapora il terroir, la forza trasformata del vigneto. Molti vini biodinamici sono assai pregiati e fanno parte dei migliori vini della Svizzera. Il segreto? L'approccio biodinamico nel vigneto, la rinuncia all'uso di prodotti chimici, l'utilizzo di preparati, il rispetto dei ritmi cosmici e la cura dei viticoltori sono alla base di questa qualità. Con il vino, tutto ciò può essere assaporato, mentre con gli altri generi alimentari resta un po' nascosto. Tuttavia la qualità degli alimenti Demeter è costantemente presente, dal vigneto al bicchiere e dai campi alla scodella.
«La gestione olistica del mio vigneto, senza pesticidi e senza fertilizzanti minerali, è per me molto importante. I preparati biodinamici, così come le tisane e i decotti a base di piante medicinali, favoriscono questo processo, poiché rafforzano le viti e consentono all'uva di esprimersi al meglio. I molteplici aromi del vino riflettono quindi il gusto unico del terroir e dell'annata.»
Anne-Claire Schott, viticoltrice
Conclusioni. La biodinamica, è un movimento mondiale. In tutti i continenti, in tutte le aree climatiche e in tutte le aree culturali esistono pionieristici progetti di quest'agricoltura del futuro. L'agricoltura biodinamica è un seme universale che germoglia e fiorisce ovunque gli esseri umani desiderino coltivarlo, in ogni singolo luogo, che sia una fattoria o un giardino.
Prendersi cura della Terra come di un essere vivente, svilupparla con il lavoro delle nostre mani: questa è la visione della biodinamica. Questa porta verso il futuro è stata aperta da Rudolf Steiner con l'Antroposofia e con il corso di agricoltura.
Ueli Hurter,
Goetheanum, Sezione di agricoltura