FondsGoetheanum: socioterapia

Il vostro sostegno per una concezione responsabile dell’arte

 

La cultura attuale sollecita all’estremo i poli del pensiero e della volontà. L’arte antroposofica cerca invece di fortificare il polo del cuore umano, la regione del centro, per poter collegare cuore, testa e mani.
Tramite il vostro impegno, sostenete e incoraggiate la continuazione delle ricerche concernenti l’affascinante legame tra l’arte e lo sviluppo di nuove facoltà, durante ogni fase della vita.
Grazie alle vostre donazioni, questi risultati possono essere resi accessibili alla scienza e al grande pubblico. E’ il caso di un progetto in arte-terapia della clinica Ita Wegman a Arlesheim. I primi risultati dimostrano che l’arte della parola terapeutica può avere un’influenza positiva sulla pressione arteriosa.

L’integralità della ricerca in questo settore è finanziata da doni.

Uomo, chi sei?

Pedagogia sociale vissuta. Alla domanda « Cos’è un essere umano ? », « Cosa significa per me essere un umano? » I residenti di un istituto di socioterapia hanno risposto tramite delle “immagini-testi”.

Le persone appartenenti alla comunità socioterapeutica di vita e lavoro Humanus-Haus, a Beitenwil presso Berna vivono in gruppi di tipo familiale. In case comunitarie autonome, vivono quattro a sei residenti con i pedagoghi sociali che ne sono responsabili, i loro bambini e gli altri collaboratori. I collaboratori di alcune case vivono all’esterno e lavorano a turno, seguendo un progetto diverso.  In questo modo è possibile rispondere ad uno largo spettro di bisogni dei residenti.

Il fatto di appendere i quadri vicini uno all’altro mostra bene la sostanzialità, la varietà e l’intensità dell’espressione pittorica.

Frase per frase, una via verso se stessi

Durante un intero anno, i residenti della Humanus Haus Beitenwil sono stati confrontatii, tramite mezzi artistici, alla domanda seguente: “Cosa significa essere un essere umano?” Ne sono risultate delle “immagini-testo”, come le ha chiamate la terapeuta della parola Monika Kellersberger.  In seguito alle discussioni nate a proposito di questo tema, i residenti hanno scritto le loro impressioni più importanti su dei grandi fogli colorati. L’autenticità e l’originalità di queste formulazioni sono commoventi:
« L’essere umano ha due gambe e due braccia e puo’ lavorare. Ho bisogno di aria e di altre persone, altrimenti mi annoio. E’ importante che io possa prendere da solo le decisioni riguardanti la mia vita, perchè non voglio tutte le cose che gli altri vogliono.» (E.H.)
« Sono un essere umano particolare. Non posso andare all’università, ma so cosa è necessario per vivere e ci vogliono molte cose. » (N.D.)
« Sono arrivato sulla terra alfine di realizzare un compito. L’unica cosa importante è che quando non mi sento bene, devo cercare il modo di sentirmi nuovamente bene. » (F.B.)
« Sono sicuramente un vero artista. Dipingo quadri e li offro per i compleanni e per Natale. Sono un artista, perchè gli altri dicono che dipingo bene ed io affermo di tutto cuore che sono un artista. Nella mia camera, ricopio poemi e altre cose simili.” (M. F.)

Pittura di V.P.

Un’immagine al posto delle parole mancanti

«Sono stata spesso sorpresa dalle persone che hanno dipinto durante questo progetto. Sorpresa dall’evidenza dell’espressione personale, dalla sicurezza nella scelta dei colori, dal carattere elementare ed arcaico. Ho potuto osservare fasi di attesa, di riservatezza, seguiti da movimenti traccianti segni chiari e sicuri. Le persone che dipingevano hanno accostato il tema in modi estremamente diversi. Alcuni hanno lavorato su esperienze del passato, altri hanno situato al centro temi religiosi, personaggi da favola, altri ancora loro amici o compagni, o semplicemente loro stessi. Ho limitato il mio aiuto al minimo. Alcune immagini sono state dipinte da persone che parlano poco o che non parlano per niente. Ciò significa che l’immagine puo’ completare le facoltà orali deficienti, provvedendo un mezzo di comunicazione non verbale. Un ponte verso il “tu”, disse Elke Bühler, pittrice-terapeuta.


Attività artistica, espressione della personalità

Ma dove si nasconde l’arte in tutto questo ? Il Dr. Hartwig Volbehr, psichiatra esperimentato in socioterapia, scrisse a questo proposito nel libro Der Mensch hat eine Unterschrift (“L’essere umano ha una firma”): l’incapacità ad entrare in relazione è una caratteristica essenziale di innumerevoli malattie psichiche, così come di diverse forme di handicap cognitivo. Per le persone che si trovano in questa situazione, è difficilmente possibile connettersi, anche nei campi di attività estremamente limitati. Interiormente, esse si trovano da qualche parte, ma non là dove dovrebbero trovarsi in quell’istante. D’altra parte, è commovente vedere a che punto queste persone possono realizzarsi in un’attività creatrice. A che punto sono capaci di tuffarsi nella loro attività e fare un tutt’uno con “Ciò”.


Ogni essere umano è un artista

Questa osservazione é essenziale : l’arte, in questo senso, non  è principalmente il risultato della creazione artistica, ma l’azione di unire se stessi a un processo creativo. “Mi sembra che nell’arte delle persone andicappate, risalgono alla luce degli avvenimenti legati a movimenti di resistenza, di crisi, di conflitto, come in qualsiasi tipo di arte che ci colpisce. E’ quel che rende l’imperfetto perfetto, l’ingenuo profondo, il semplice complesso.
E’ soltanto a queste condizioni, come diceva Beuys, che “ogni essere umano diventa un artista”, scrive il Dr Rüdiger Grimm.

Rainer Menzel

Serie di volti di N.B., realizzata in « pittura assistita » : la pittrice-terapeuta porta sostegno e sicurezza al tono muscolare della mano e del braccio.